Una sessione per due

Quando e come una sessione di coaching, con due membri di un gruppo di professionisti, può rendere ancora più efficace lo strumento.

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Metti un gruppo di professionisti, dove non ci siano le condizioni per realizzare un “Team Coaching”.  Metti due membri del team che abbiano partecipato ad un percorso individuale di coaching ed essendo entusiasti della metodologia, siano curiosi di sperimentarne altre possibili applicazioni. Metti che i due coachee decidano di sperimentare una sessione a due.

Quello che ne è emerso è stato sorprendente…

L’antefatto

Mi è capitato di fare sessioni individuali di coaching con due membri di un team di professionisti, che per esperienze e formazione sono cresciuti dal punto di vista relazionale e gestionale in modo tangibile.

In effetti il team si è trovato a sviluppare nel tempo un gap importante,  tra i componenti che hanno ampliato le loro abilità e la loro visione e quelli che non hanno condiviso le stesse esperienze.

Quello che ne deriva è una duplice anima del team, che diventa una sorta di “mostro a due teste”, a detta dei protagonisti ed anche dei loro clienti.

Se è pur vero che in una condizione analoga lo strumento ottimale possa essere rappresentato dal team coaching, i differenti atteggiamenti dei componenti, sono di ostacolo ad una scelta del genere, a meno che il team ritrovi gran parte dell’allineamento “perduto” .

Ed è questo il desiderio dei protagonisti della sessione a due che credono ancora nel team e definiscono questo come obiettivo.

I risultati

Durante la sessione i due coachee si rendono conto che l’entusiasmo per le esperienze fatte e per la crescita realizzata  finora, li ha portati alla convinzione che il loro punto di vista fosse irrimediabilmente “il migliore” e da qui la tendenza, in buona fede,  a proporre in modo “comprimente” le loro idee, nei confronti degli altri componenti del gruppo. Questa situazione ha portato i due coachee a lasciare sempre meno spazio agli altri. Questa consapevolezza si sviluppa proprio nel corso della sessione a due.

“Armati” di questa nuova prospettiva i protagonisti intendono reintegrarsi agli altri, proponendo idee , ma con la consapevolezza che sia indispensabile lasciare agli altri uno spazio di metabolizzazione delle loro proposte. Realizzano di essere  disposti ad accettare l’eventuale visione critica dei colleghi, come elemento di valore e non come terreno di scontro. Questo diventa il loro “piano d’azione”.

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I feedback dei due protagonisti

Al termine della sessione i due protagonisti si dichiarano  molto soddisfatti, ritengono di aver acquisito nuovi strumenti di interazione con i colleghi e mi offrono un feedback sullo strumento, paragonandolo anche alle sessioni individuali, di cui sono stati protagonisti in precedenza.

-Lo strumento è stato ancora più potente e incisivo rispetto alla sessione individuale

-le acquisizioni e le consapevolezze di questa sessione ci portano ad abbandonare la dinamica “le abbiamo provate tutte” e ad andare più incontro agli altri membri, puntando a lasciare loro più spazio

-non ci siamo influenzati o condizionati reciprocamente, ma abbiamo arricchito in modo esponenziale i punti di vista e le possibilità d’azione

-Parliamo spessissimo tra di noi di queste problematiche, ma quello che è avvenuto in sessione è del tutto inedito e ci ha portato a definire nuove soluzioni

– ci è sembrato importante aver lavorato individualmente in un percorso di coaching, per fruire al meglio della possibilità che offre una sessione a due

Differenze tra l’esperienza individuale e quella a due

-nella sessione individuale il coachee, lavora su di sè e sulle sue possibilità d’azione, nella sessione a due si lavora su obiettivi comuni, a cui entrambi intendono partecipare

-condividere punti di vista e strategie d’azione, rende i due membri del gruppo più efficaci ed incisivi, pur avendo riportato le stesse problematiche nelle sessioni individuali

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Le dinamiche di sessione

-la sessione dura 4 ore (si possono ottenere buoni risultati anche in  2 ore e mezza/ 3)

-più complessità di gestione, ma anche più ricchezza di prospettive

– gli obiettivi condivisi sono rafforzati dal commitment dei due interessati

Una storia a lieto fine….continua