L’Occidentali’s Karma del coaching

Un grande successo quello del mio conterraneo, il carrarese Francesco Gabbani, letteralmente esploso, dopo il successo dello scorso anno, a Sanremo 2017 con la sua Occidentali’s Karma.

Il testo della sua canzone, orecchiabile e ballabile, mette in evidenza il modus operandi di noi occidentali, nel prendere spunto dall’oriente e “rimaneggiarne” filosofie e pratiche.

La canzone ironizza e ci fa riflettere su quelli che sono innanzitutto i nostri bisogni. I limiti che la nostra civiltà ha evidenziato ed evidenzia nel trovare una sintonia, un’armonia con noi stessi e con il mondo.

Uno di questi limiti è di credere nella sovranità assoluta della mente, che tutto vuol capire e controllare.

La mente languisce per il passato e si agita per il futuro, non riuscendo a trovare pace nel qui ed ora.

Questo è l’elemento che più di ogni altro ci distingue dagli animali, dai quali, a volte in modo arrogante, prendiamo le distanze.

Ma, come cita Francesco nella sua canzone, “la scimmia nuda balla” e un po’ animali siamo anche noi e potremmo cogliere anche da loro il grande insegnamento di vivere nel presente.

In questo senso la riflessione viene spontanea su uno dei temi, secondo la mia esperienza, più affrontati nelle sessioni di coaching.

Che si tratti di impegnati manager, professionisti, venditori o dell’uomo della porta accanto, una grande spina nel fianco è quella di vivere in uno stato di perenne PRE-OCCUPAZIONE.

“Riuscirò a raggiungere quel budget?” “Troverò un nuovo lavoro?” “Devo essere davvero disponibile 24 ore al giorno per il mio cliente?”….

Si tratta di vivere nel futuro, occupandosi di ciò che temiamo prima che possa accadere, con la mente. Spostiamo energie anticipatorie e immaginiamo chissà quali scenari nefasti.

Questa operazione si rivela per lo più inutile e ci fa vivere in uno stato d’ansia che rende difficile prendere qualsiasi tipo di decisione. Ecco che a questo punto andiamo alla ricerca di “ricette”, pratiche o suggerimenti, presi in prestito da chi, su questi temi, è indiscutibilmente più avanti: alcune filosofie orientali.

Ma quali ansie e preoccupazioni turbano le scimmie con il pelo? Che cosa fanno i primati, come altri animali, di fronte a problemi e difficoltà? SE NE OCCUPANO! Non si perdono in lunghe ed elaborate farneticazioni, bensì agiscono per risolvere il problema.

Occuparsi di un problema significa finalizzare le nostre risorse per  risolverlo, con spirito produttivo e ottimista. Significa usare in toto  l’energia di cui disponiamo e che nel pre-occuparsi viene del tutto o parzialmente impiegata nelle ansiose elucubrazioni mentali di cui siamo gli inefficaci maestri.

Questo significa forse agire sempre d’istinto? Di pancia? Senza pensare troppo alle conseguenze delle nostre azioni? Certo che no!

Si tratta di integrare istinto e mente, ricordandoci che siamo dotati di entrambi e che possono essere combinati insieme, senza prevalere totalmente l’una sull’altro.

Da un lato la mente, dall’altro, l’abbiamo chiamato istinto, ma si tratta di un territorio, per noi occidentali, ancora molto da esplorare. Potremmo anche chiamarlo “insight”, intuizione o sesto senso, o come più ci piace, la sostanza non cambia.

Ecco, la sfida per noi occidentali, potrebbe essere proprio questa: vivere un po’ di più nel presente, utilizzando anche l’istinto e sviluppando maggiormente l’intuizione.

Altrimenti il nostro “Karma” potrebbe diventare proprio quello di ripetere costantemente gli stessi errori.