“MONDO FERMATI, VOGLIO SCENDERE!”

 

 

Ci sono dei momenti in cui vorresti mettere tutto in pausa, un freeze che ti liberi dalle difficoltà che stai attraversando. Vorresti una tregua, magari sogni di andare via per un po’, fare un viaggio che ti permetta di recuperare le energie e guardare alle difficoltà con distacco.

Di solito questi momenti arrivano dopo lunghi periodi di sforzi, tesi al raggiungimento di un obiettivo o una meta, che faticano ad essere conseguiti,oppure dopo molte circostanze nelle quali hai tentato a più riprese di risolvere un problema, senza riuscirci.

È piuttosto facile che in  momenti  come questi, si possano provare sensazioni di scoramento e il tutto sia caratterizzato da un profondo sentimento di solitudine.

Quello che porta maggiori complicazioni è il fatto che siamo umanamente predisposti a replicare le strategie di reazione o risoluzione a problemi, che abbiamo imparato e consolidato,  anche se queste si rivelano inefficaci. Un po’ come il criceto nella ruota, che si affanna come un matto, ma non si è spostato di un millimetro dalla sua gabbietta.

Come affermato da Einstein “se fai sempre le stesse cose, otterrai gli stessi risultati”… Quando ripeti delle strategie consolidate e queste funzionano,  perché non utilizzarle?  Ma in caso contrario, può essere adeguato metterle in discussione, in quanto il fatto di  non riuscire a lungo nei propri intenti, può diventare motivo di stress.

Ma prima di arrenderci, diamoci l’opportunità di riflettere su quali strategie abbiamo utilizzato sinora, per fronteggiare  una certa situazione e se gli sforzi cognitivi e comportamentali profusi, sono i soli possibili ad affrontare difficoltà ed eventi stressanti. Oppure vediamo se è possibile agire sul nostro sistema emotivo per evitare di generare più sofferenza del necessario.

 

Le strategie di “fronteggiamento”, risposta efficace o  capacità di risolvere i problemi sono state studiate, tra gli altri, dallo psicologo e  professore. R .S. Lazarus, tra la fine degli anni 80 e inizio degli anni 90 e definite come strategie di Coping.

Alcune strategie sono incentrate sulla focalizzazione del problema e la ricerca attiva di soluzioni, come ad esempio progettare e pianificare lucidamente degli step, per uscire da una certa situazione, e adottarne i relativi comportamenti; altre consistono nel ricercare persone o supporti materiali che forniscano aiuto e sostegno nella soluzione del problema; altre ancora suggeriscono di guardare alla situazione come ad una sfida con se stessi, utile per mettersi alla prova e non come una sfortuna da subire.

A questo proposito mi viene in mente una combinazione di queste strategie che potrebbe essere esemplificata da una persona che voglia perdere peso e decida di utilizzare questo stile:  Si programma una serie di step, si rivolge ad un dietologo per seguire un piano alimentare, acquista gli alimenti consigliati, si fa sostenere dalla famiglia per non sgarrare dal piano, magari mettendosi nell’ottica della sfida possibile.

Dal punto di vista emotivo  possono essere utilizzate ulteriori strategie, in modo attivo, quali ad esempio: dare un significato e un’interpretazione diversa al problema, vederlo in chiave positiva o con senso dell’ironia. L’umorismo è un potentissimo antidoto allo stress, molto spesso sottovalutato. Un’altra direzione possibile  è quella di accettare ciò che ci accade come parte della nostra esistenza, senza affannarsi nell’opporsi ad esso, un po’ come sciogliere il problema, invece che risolverlo e in qualche modo imparare a conviverci.  Oppure, tra le strategie che posso sperimentare c’è la ricerca di  persone che ci possano stare vicine  e ci possono offrire aiuto e sostegno emotivo.

Quanto spesso sappiamo ricorrere alla richiesta di aiuto o ascolto degli altri?

Esistono ulteriori metodi che possono offrire sollievo da un problema, soprattutto nel breve termine ma più difficilmente nel lungo, come evitare la situazione che ci affligge o evitare di far scattare in noi automatismi o abitudini negative che solitamente attiviamo in situazioni analoghe;  negare il problema, prenderne le distanze emotive, magari occupandosi d’altro per un pò. Queste possono essere strategie utili, quando tuffarsi immediatamente nell’azione, porterebbe a risultati controproducenti per mancanza di lucidità.

Questi sono soltanto alcuni esempi, le strategie di coping sino ad oggi identificate sono circa un centinaio, quindi ognuno di noi può esercitarsi ad applicarne di nuove.

C’è una frase di cui non conosco la “paternità” che ho visto girare spesso nei social, secondo cui, dopo aver provato il piano A e il piano B, bisogna ricordarsi che esistono altre 24 lettere…