La prospettiva ecologica del coaching

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Qualche giorno fa mi è capito di guardare un video, nel quale il narratore evidenzia gli aspetti più critici della società e del tempo in cui viviamo e ci invita ad aprire gli occhi su cosa ci impedisce di fare e di essere quello che vorremmo; ogni giorno ripetiamo gli stessi schemi  senza capire bene dove stiamo andando e che in fondo siamo tutto tranne che liberi; Ciò che ci serve davvero per vivere e cioè: cibo, acqua e terra, è posseduto dalle società, spesso multinazionali, una elitè spietata volta solo a farci consumare; Seguiamo delle regole che non abbiamo del tutto condiviso, in qualche modo condizionati sin da bambini dalla famiglia e dal sistema scolastico, che ci propongono un modello a cui conformarci.

In tutto questo mi hanno  molto colpito alcune frasi come  “Cresciuti per non essere mai niente di speciale in questo mondo, per non creare differenze”, “Abbastanza intelligenti da fare il nostro lavoro, ma non da chiederci perché lo facciamo”, “lavoriamo duro, ma non abbiamo mai tempo per vivere la vita per cui stiamo lavorando”; si prosegue poi evidenziando come andando avanti in questo modo, devastiamo e inquiniamo il pianeta, sfruttiamo e deprediamo animali e risorse naturali. Nel video ci sono immagini forti che ci portano a riflettere su cosa accadrà quando questo sistema arriverà al collasso

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Non vorrei soffermarmi sulla negatività o meno di questa prospettiva,  ma sul fatto che davvero siamo vittime di ingranaggi a cui non ci sembra di partecipare, facciamo molte cose senza soffermarci a riflettere se è proprio ciò che vogliamo e va meglio per noi. Tante scelte ci sembrano obbligate e ci piacerebbe sentirci più liberi.

Ecco che in questa riflessione mi è sembrato ancora più di valore l’approccio che in questo senso definirei “ecologico” del coaching.

Nella relazione di coaching un grande valore aggiunto sono proprio quelle domande del coach che normalmente da soli non ci facciamo e che ci aiutano ad aprire la mente alle scelte e alle opportunità alle quali siamo ciechi e sordi. Il fatto di sentirci immersi negli ingranaggi è ciò che ci fa dire che è IMPOSSIBILE, NON CI SONO ALTERNATIVE, ABBIAMO SEMPRE FATTO COSI’ (come se questo fosse di per sé un valore).

L’idea che ne deriva è che il coaching aiuta a fare una sorta di “pulizia” mentale di alcune convinzioni che ci stanno intossicando, che ci impediscono di vedere oltre e che non ci fanno sentire liberi.

La pulizia mentale ci permette di essere più lucidamente connessi con noi stessi e di conseguenza con gli altri, scavare nei nostri desideri autentici, uscire dalla logica di attesa di cambiamento per passare a quella del “cosa possiamo cambiare noi per primi?”.

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Se quello che viviamo tutti i giorni non ci piace potremmo iniziare dal chiederci “cosa vorrei?”  “cosa posso fare?”, per riuscire a vedere più chiaramente le opportunità e ridimensionare gli ostacoli.

E ancora una volta, è….. Questione di coaching

Il video: il mondo in cui viviamo