Una vita felice, ma non troppo

A chi non è mai capitato di sentirsi travolto da un mare di negatività? talvolta quasi con effetto domino, questo mare coinvolge un po’ tutte le aree della nostra vita. Qualche altra invece, a ben guardare, la negatività coinvolge uno o due ambiti, mentre il resto va, se non a gonfie vele, piuttosto bene.

Il punto è che nel momento in cui non ci rendiamo conto che la nostra vita è composta da molte aree e attribuiamo tutto il peso a quelle che vanno male, perdiamo una duplice opportunità. Da un lato la possibilità di ridimensionare ciò che non ci appaga, dall’altra di trarre dalle aree per così dire positive, nutrimento e linfa vitale.

Trovo interessante l’esercizio della ruota della vita, strumento piuttosto noto nel mondo del coaching e non solo. Con questo semplice esercizio potremmo immaginare il nostro presente come una torta, dove i vari ambiti della nostra vita  (salute, famiglia, finanze, lavoro, vita sociale, crescita personale, ecc.) possono essere rappresentati come spicchi che formano un cerchio.  Possiamo dare a ciascuna fetta una valutazione (es.da 1 a 10) e renderci conto a colpo d’occhio di che cosa funziona e cosa invece, necessita di qualche cambiamento. Potremmo anche realizzare che sono solo 2 o 3 le aree che dovrebbero essere riviste, mentre nelle altre abbiamo numerose soddisfazioni. Certo è che la ruota per girare al meglio ha bisogno di essere il più possibile omogenea   in positivo, per così dire in equilibrio.

 

Indubbiamente ci sono tanti modi per intervenire, dopo aver scattato questa foto. Uno dei più interessanti e meno esplorati è, secondo me,  quello di lavorare su una osmosi consapevole. Si tratta di  portare contaminazioni positive, nelle aree negative e non l’inverso, come talvolta capita, quasi spontaneamente.

In altre parole, cosa succederebbe se attingessimo a piene mani e consapevolmente dalle aree che funzionano, per  far funzionare meglio quelle che non funzionano?  Non si tratta di essere ottimisti e positivi a tutti i costi, ma di apprezzare quello che di buono c’è e trovare anche grazie a questo  l’energia per intervenire su quello che non va.

E se non c’è niente che funziona? Bhè l’esercizio della ruota, riserva sempre qualche sorpresa, a volte quello che non ci soddisfa è a 5 o 6 e può essere incoraggiante “vedere” che tutto sommato si è a metà strada. Comunque da qualche parte si deve iniziare, se vogliamo cambiare alcune cose della nostra vita.

Dal punto di vista pratico, ecco alcuni spunti, spero utili, per lavorare sull’osmosi positiva di cui abbiamo parlato:

  • Dare spazio al buono che c’è: si tratta di riconoscere quanto funziona e goderlo a pieno. Se capisco che alcune attività o momenti hanno un effetto ricreativo su di me, posso pianificarli , come appuntamenti importanti, da vivere senza sensi di colpa, appena possibile. Ad es. mi ricarica uscire con gli amici? Fare sport? Andare a teatro? Stare con i figli? Quanto spazio ha tutto ciò nella mia settimana? Posso ricavare qualche momento in più per questo, sapendo che mi sarà prezioso anche su altri fronti?
  • Iniziare a lavorare sulle aree che necessitano di un miglioramento: se qualche spicchio della mia vita ha ottenuto un punteggio molto basso, la prima cosa che posso fare è definire i particolari di che cosa non sta funzionando e pormi degli obiettivi di miglioramento e le relative azioni. Ad es. La famiglia ha un punteggio negativo? In quale situazione in particolare, rapporto di coppia? Relazione con i suoceri o con i figli? E in caso, cosa potrei fare di diverso, per modificarli cominciando da subito?
  • Fare un inventario delle proprie risorse: Posso cominciare ragionando sulle cose che funzionano e chiedermi grazie a che cosa, avviene tutto ciò. Cosa sto facendo per far funzionare bene questa mia area? Quali talenti sto mettendo in campo? Li sto utilizzando nelle aree che non mi soddisfano? Se non è così, come potrei cominciare a farlo proficuamente?
  • Abolire la lamentela: Talvolta, quando siamo concentrati su ciò che non ci gratifica, ci lamentiamo con noi stessi e con gli altri. Ci ripetiamo quanto vorremmo che le cose fossero diverse. Alla domanda “come va?” ci verrebbe spontaneo rispondere “male”. Cosa succederebbe se pensassimo alle fortune che abbiamo, agli obiettivi raggiunti e a quello che sta portando del buono nella nostra vita?
  • La gratitudine: Essere grati per quello che di positivo c’è nella nostra vita, non è molto di moda…Eppure per essere contenti bisogna innanzitutto apprezzare e ringraziare (Dio, l’universo, il destino, quello che vogliamo). La gratitudine è una potente calamita per le cose positive e ci permette di allenare il muscolo della capacità di ricevere. Possiamo ripercorrere le cose positive vissute nella giornata mentalmente, oppure tenere un piccolo diario.
  • Celebrare i successi: questo punto è molto vicino al precedente. Essere grati per quanto si è raggiunto e dare onore a questo. Senza ritenerlo “scontato”. Se siamo stati bravi è utile riconoscerlo, premiarsi e magari condividere questo momento con chi si ama.

Così facendo, a poco a poco gli aspetti positivi e vincenti possono contaminare quello che non ci soddisfa e prendere sempre più spazio. Sarà più facile cambiare prospettiva ed aumentare la propria capacità di agire per modificare quello che non va. Insomma “Una vita felice”. Ma non troppo.